A Kami i lavori procedono … e si vede!!! I tanti sforzi che abbiamo posto nella progettazione, nel pensare le varie soluzioni finalmente si stanno concretizzando. Ma andiamo con ordine e partiamo da monte. Ho visitato tutte le gallerie che, come avete visto dall’ultimo messaggio di Alberto, sono ormai quasi terminate. Rileggo gli appunti della mia visita tecnica di fine settembre nei quali, da buon geologo, mi sono annotato le condizioni della roccia, i punti cruciali, i rilievi strutturali geomeccanici eseguiti per valutare la stabilità delle gallerie: in totale mi risulta che manchino solo 67 m. perché l’acqua scorra dentro i circa 3600 m. di galleria, da Chinata a Quehata. Dall’opera di presa sino a Quehata le gallerie realizzate saranno così oltre 4500 metri. A questi occorre aggiungere altre opere “minori” di scavo nel sottosuolo da realizzare: l’abbassamento, per circa 20 metri, del pavimento della galleria da dove esce all’aperto la condotta forzata, una galleria di servizio di circa 32 metri per l’accesso alla camera sotterranea delle valvole di sicurezza della condotta e la parte sommatale del pozzo piezometrico e il suo sfioro. Questi miei dati sono aggiornati a fine settembre e, visto che a Kami non ci si ferma mai e che gli scavi avanzano al ritmo di 1,5 – 2,0 mt al giorno, siamo davvero a buon punto. Sembra che siamo davvero verso la parte finale dei lavori, ma non vale la pena illuderci troppo. Terminata la perforazione della galleria occorrerà provvedere a rinforzarne alcuni tratti: per fare ciò abbiamo inviato in Bolivia una macchina per mettere in opera lo “spritz beton” ovvero per irrobustire le zone fratturate tramite del calcestruzzo spruzzato ad alta pressione sulla roccia. Sarà opportuno fare questo trattamento a diversi tratti di galleria. Invece, fortunatamente, le zone che necessitano di interventi di consolidamento più seri e complessi sono abbastanza limitate, circa il 10% del totale. Questa parte dei lavori non sarà molto agevole né veloce: occorrerà lavorare con attenzione per evitare il rischio dei crolli e richiederà un forte sforzo logistico. Immaginatevi portare nelle gallerie migliaia di metri cubi di sabbia (che tra l’altro va raccolta e preparata nel fiume), centinaia di quintali di cemento, ferri, attrezzature varie, tubi, acqua …..Davvero un impegno notevole. Riguardo la condotta forzata, siamo alla fase di esecuzione delle fondazioni dei supporti per sostenere i tubi. Nelle foto si può notare ormai come il tracciato definitivo sia evidenziato dagli scavi relativi ai lavori in corso e come, a fianco della casa macchine, si noti la grande fondazione sul quale appoggerà il tubo che porta l’acqua in centrale. Sono in esecuzione gli scavi per le due pile che sosterranno la condotta nel suo attraversamento del fiume tramite un ponte tubo, che sosterrà tra l’altro anche una passerella pedonale. Per evitare i problemi connessi alla stagione delle pioggie, ci siamo dati l’obiettivo di montare l’intera condotta entro fine novembre. Il lavoro di saldatura sarà affidato ad una impresa che ha già firmato il relativo contratto. Le cose non sono semplici neppure in questo caso: occorre trasportare in loco e su quelle pendenze oltre 300 m. di tubi in tratti da 6 m. e il calcestruzzo per il getto delle fondazioni dei supporti della condotta forzata. Anche qui, lo sforzo logistico è davvero molto elevato. Anche l’edificio della centrale è ormai chiaramente visibile. Nel giro del mese di ottobre verrà montato il carro ponte e poi la copertura, la cui struttura è stata già completata ed è in attesa di essere messa in opera. Le fondazioni all’interno della centrale sono in via di esecuzione. Si nota la volta del canale di scarico che condurrà l’acqua “turbinata” verso il fiume e tutti i ferri delle armature delle fondazioni. Durante le serate, parlando con P. Serafino, abbiamo molto discusso dei problemi tecnici e delle difficoltà esecutive e logistiche. Tuttavia sono i problemi economici che ci tengono svegli la notte. Siamo agli sgoccioli dei lavori, ma anche delle risorse economiche e non vogliamo fermarci proprio ora …. a tutti coloro che possono darci una mano direttamente o indirettamente tramite conoscenze e appoggi per la ricerca di fondi va il nostro appello accorato. Non abbiamo scherzato, non ci siamo tirati indietro e facciamo tutto quello che è umanamente possibile per andare avanti: ma per comprare il cemento e il ferro, per pagare la mano d’opera locale (che in questo modo ha di che sopravvivere) per il carburante dei camion, delle auto e delle moto non possiamo che contare sul contributo economico e della solidarietà che viene dall’Italia. Ottobre 2004-10-19 Efrem Fumagalli